Lia Rumma Gallery is pleased to present Of a Fire on the Moon, a group exhibition of works by Yalda Afsah, Sohrab Hura, Gwen Smith and Tobias Zielony curated by Boaz Levin and Tobias Zielony which opens on June 19 in Naples.
Of a Fire on the Moon takes its title from Norman Mailer’s book documenting the Apollo 11 moon landing and brings together four artists whose work stands at the intersection between realism and estrangement. Nocturnal, these works seem to view their subjects through flashes and flickers, or dream-like and distant.
Gwen Smith’s Fuck, Cook, Look: the first and last time I remember being in Naples (1993/2017) juxtaposes a series of silver gelatin black and white images from 1993, taken during the artist’s first visit to the city, with color inkjet prints from her most recent trip. The images become mnemonic devices, highlighting the changing nature of photography with the transition from analog to digital, leading to ever more instantaneous archiving.
A cloud of thick foam floats across a dark arena, artificially lit. For a moment, time seems to be suspended, and sounds—of running and panting, the scraping of hoofs, of splashing, spraying, lunging—are heightened. Yalda Afsah’s video Tourneur (2018) documents a bullfight in the south of France that becomes a stage for a strange performance of masculinity and animality. Bubbles envelope both the teenagers and the bull they pursue, becoming a screen through which the scene is revealed, and concealed. At once realistic and relentlessly contrived, Tourneur becomes a ritualistic experiment in representation and its dissolution.
In Tobias Zielony’s photo animation A Fire on the Moon (2019) rather than outer space, here we viewers are sent to Gibellina—the Sicilian town destroyed by the Belice earthquake in 1968, a year before the Apollo 11 mission—now a ghost town, where Ludovico Quaroni’s large concrete orb shaped church, the Chiesa Madre, looms large. Through the darkness and flicker of Zielony’s stop-motion sequence we find a city as-if frozen, now animated. Reminiscent of both early experiments in cinematic illusionism such as Georges Méliès ‘A Voyage to the Moon’, as well as Italian Neo-Realism’s post-war urban social portraits, in on the moon fact and fiction, illusion and document, seem to converge.
Sohrab Hura’s video The Lost Head & The Bird (2019) explores life at the extremities of Indian society through an explosive profusion of images and stories, facts and fictions. Employing a dizzying montage of excess, alternating between absurdity and abjection, his work tests the thresholds of legibility and affect. Violence lurks as a constant undercurrent—of caste, sex, religion, political alliance—erupting with increasing frequency and virulence.
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La Galleria Lia Rumma è lieta di presentare la mostra collettiva Of a Fire on the Moon di Yalda Afsah, Sohrab Hura, Gwen Smith e Tobias Zielony, a cura di Boaz Levin e Tobias Zielony, che inaugura a Napoli il 19 giugno.
Of a Fire on the Moon prende il titolo dal libro di Norman Mailer che documenta l’allunaggio dell’Apollo 11 e presenta quattro artisti i cui lavori si collocano tra realismo e alienazione e sembrano ritrarre i loro soggetti attraverso flash e sfarfallii, creando un’atmosfera onirica e distante.
Fuck, Cook, Look: the first and last time I remember being in Naples (1993/2017) di Gwen Smith celebra le coincidenze, il senso di déjà vu e la capacità della fotografia di catturare i momenti. L’artista presenta una serie di fotografie in bianco e nero stampate ai sali d’argento – scattate nel 1993 durante la prima visita dell’artista a Napoli – insieme a fotografie a colori a getto d’inchiostro del suo ultimo viaggio in città. Le immagini diventano uno strumento mnemonico attraverso cui l’artista indaga il passaggio dalla fotografia analogica a quella digitale, che ha portato a un’archiviazione sempre più istantanea.
Tourneur (2018) è il titolo del video di Yalda Afsah che documenta una tradizionale corsa di tori nel sud della Francia. Una nuvola di spessa schiuma galleggia in un’arena buia, illuminata artificialmente, teatro per una curiosa performance di mascolinità e animalità. Per un istante, il tempo sembra sospeso e il rumore prodotto dalla corsa, dagli ansimi umani e dallo scalpitio degli zoccoli degli animali si intensifica. Le bolle avvolgono sia i ragazzi sia i tori, diventando lo schermo attraverso cui la scena si rivela e nasconde. Al tempo stesso realistico e incessantemente artificioso, Tourneur diventa un esperimento rituale nella rappresentazione e nella sua dissoluzione.
Fire on the Moon (2019) l’animazione fotografica di Tobias Zielony, trasporta lo spettatore più che nello spazio, a Gibellina – il paese siciliano distrutto dal terremoto del Belice nel 1968, un anno prima della missione Apollo 11 – oggi città fantasma in cui troneggia il grande globo di cemento della Chiesa Madre progettata da Ludovico Quaroni. L'oscurità e i flash della sequenza di stop-motion di Zielony, ci rivelano una città quasi congelata, solo a tratti animata. Reminiscenza sia dei primi esperimenti di illusionismo cinematografico di Georges Méliès in Viaggio sulla Luna, sia dei ritratti sociali urbani del neorealismo italiano del dopoguerra, in cui realtà e finzione sulla luna, illusione e documento sembrano convergere.
Il video The Lost Head & The Bird (2019) di Sohrab Hura indaga la vita ai margini della società indiana con un’esplosiva profusione di immagini e storie, eventi e finzioni. Attraverso un montaggio vertiginoso fatto di eccessi che alternano assurdità e abiezione, il suo lavoro mette alla prova i limiti di leggibilità e affetto umano. La violenza è in agguato come una costante corrente sotteranea – di casta, sesso, religione, alleanza politica – che esplode con sempre maggior frequenza e virulenza.
Photo credit Danilo Donzelli